Intervista ad Olha, scout ucraina

Gli scout del “ClanMello” raccontano l’intervista ad Olha, Commissaria internazionale degli scout ucraini

Intervista ad Olha, scout ucraina, da parte del clan di Somma L.do e L. di Varese 7.

Lo scoppio di una guerra a pochi passi da casa nostra ha destato diversi sentimenti: stupore, per il fatto di una nuova guerra in Europa,  e paura, perché è un conflitto che vediamo tutti i giorni alla Tv e sui social. Questa guerra non coinvolge solo soldati, ma soprattutto i civili che subiscono le conseguenze delle decisioni di chi sta al potere. E sui social tutto è ancora più amplificato: vediamo video e foto di comuni cittadini ucraini e, anche se distanti, sembra che noi stessi stiamo vivendo questa situazione. Cercando di capire cosa stesse vivendo una persona della nostra stessa età in Ucraina, noi ragazzi dei clan del Somma Lombardo 1 e del Lago di Varese 7 abbiamo cercato di entrare in contatto con qualcuno che stesse, purtroppo, vivendo l’orrore della guerra. In questo caso, i social sanno dare una mano: tramite la pagina Instagram dell’Organizzazione Mondiale degli Scout, abbiamo trovato l’indirizzo email degli scout d’Ucraina, che ci hanno indirizzato ad Olha Dybkaliuk, ragazza di vent’anni e Commissaria internazionale per gli scout ucraini, che abbiamo potuto intervistare il 4 marzo 2022.

L’intervista

La prima domanda è – e può sembrare semplice e senza senso, ma in questi tempi difficili non è così semplice e banale – : come stai?

E’ in realtà una bella domanda perché anche i miei amici all’estero mi chiedono tutte le volte “come stai” e non posso veramente dire che sto bene. Non sto alla grande, sto bene. Non sto ancora bene, non mi sento ancora sicura perché non sai mai cosa può accadere tra 5 secondi, 5 minuti, 5 ore o altro, ma almeno, in questo momento, sono in un piccolo paesino vicino a Kyiv, dove non ci sono i missili, le bombe, le esplosioni. Posso dichiarare, in effetti, che mi sento molto meglio rispetto a milioni di cittadini ucraini in questo momento.

Ora ti chiederò altre cose per essere più specifici: dove vivi o meglio, dove abitavi o dove abiti  e dove sei in questo momento?

Io, all’inizio, ero a Kyiv, vengo dalla capitale dell’Ucraina. Questa è la città più bella che abbia mai visto e questa è la mia Casa. Nonostante ciò, sono stata costretta ad abbandonarla a causa del grande pericolo che mi sarebbe aspettato lì. Ora sono in questo villaggio vicino a Kyiv, vicino a Boryspil’, che è il nostro aeroporto internazionale, forse dovreste conoscerlo, perché è molto famoso.  Qui, in questo momento, è calmo perché, come ho detto prima, non ci sono le truppe terrestri russe, non ci sono missili, non c’è l’aviazione russa, quindi posso supporre che questo sia un posto sicuro per questa settimana, lo è stato per la settimana passata e forse anche per la prossima, ma non posso dirlo perché nessuno sa cosa accadrà.

Quali sono i sentimenti che provate tu, la tua famiglia e i tuoi amici in questo momento?

È terribile, è una sensazione che non augurerei mai a nessuno di provare. Perché siamo stati abituati a vedere la guerra come qualcosa di lontano da noi, che pensavamo non sarebbe mai accaduto nel XXI secolo. Mai avrei pensato che la guerra sarebbe arrivata nel mio Paese. Ora come ora, realizzo che cosa sia la guerra, la vedo con i miei occhi. So cos’è, ma una settimana fa mai l’avrei immaginato.  Per me la parte più difficile di quello che stava accadendo è stata svegliarmi la mattina presto del 24 febbraio, lì abbiamo realizzato che ci sono state delle esplosioni a Kyiv. Ricordo il giorno prima, il 23 febbraio: ero molta agitata e in ansia ed ero come se qualcosa stesse accadendo. Putin ha firmato i documenti che dichiarava loro (Donetsk e Luhansk) appartenenti alla Federazione Russa, questo significava che lui e le truppe russe avevano il permesso di entrare in territorio ucraino. Pensavo fossero ancora delle provocazioni, ma avevo molta ansia.  Poi mi sono svegliata presto la mattina e ho detto “mamma, ma cosa sta succedendo?”. Poi lei mi disse “Putin ha fatto iniziare una guerra”.  Mi si è spezzato il cuore perché mai avrei pensato che questo fosse possibile. Voglio piangere, ma non ho nemmeno le lacrime per farlo.  È davvero dura da immaginare, da realizzare e capire. Comunque, durante il primo giorno, eravamo molto spaventati, ho guardato le notizie, ho letto dell’invasione su vasta scala da diverse direzioni, non solo dal confine russo, ma anche da quello bielorusso, cosa che mi ha stupito ancora di più avendo lì molti amici.

Abbiamo visto foto e video di ucraini che sono stati obbligati a prendere le armi: tu eri pronta a combattere contro il nemico, contro l’armata russa per difendere l’Ucraina?

Come individuo, come persona, come ucraina, come cittadina di Kyiv, sì, assolutamente. Dico che, se necessario, lo farò: prenderò la pistola, andrò dalle Forze Armate dell’Ucraina o dalla Difesa Territoriale. Dall’inizio di tutto questo… è difficile parlare di questo perché ho detto a mia madre “mamma, se c’è il bisogno, combatterò per il mio paese, combatterò per i miei fratelli e per le mie sorelle”. Ho una sorella più piccola di 14 anni, ho visitato 31 paesi, ho un’istruzione completa, ma lei non ha avuto ancora queste opportunità. E vorrei che esplorasse il mondo, la voglio vedere vivere una vita normale; e se c’è il bisogno di dare la mia vita per la sua lo farò. Questo è un mio dovere come cittadina d’Ucraina, come figlia di questo Paese. Lei ha detto “no, sei la commissaria internazionale, devi combattere nel campo dell’informazione, devi diffondere le informazione su quello che sta accadendo in Ucraina in tutto il mondo.” Quando siamo andati via da Kyiv, i primi giorni sono stati orribili: mi sentivo una disertrice, ho lasciato Kyiv senza contribuire agli sforzi dell’Esercito. Poi ho realizzato che sono molto più utile dando informazioni sull’Ucraina e diffondendo notizie, ad esempio con questa intervista, rendendo consapevoli le persone.  

Qual è la tua opinione riguardo la Russia e i
russi? E poi: hai amici russi e qual è la loro opinioni riguardo la guerra?

Ho uno zio e tre cugini che vivono a Mosca, e sono persone adorabili. Dal momento che hanno un forte legame con me, gli ho sempre detto cosa stava accadendo in Ucraina. Loro non guardano la propaganda, sanno cosa accade nel mondo. Sono brave persone, ma quando parlo con altri russi che sono in
Russia, che sono miei conoscenti, loro hanno una propria idea di quello che sta
succedendo. Sono offesi, dicono che non è colpa loro, che non hanno scelto il presidente, che non hanno mai voluto questo governo e le persone al loro interno. Non volevano che iniziasse questa guerra. Loro, però, non credono che le truppe russe stiano attaccando l’Ucraina in questo momento; dicono “sono ucraini, che si comportino come ucraini!”: ero rimasta senza parole. Allora ho iniziato a raccontare la verità.

Che cosa, come scout, stai facendo in questo momento?

Come scout, e sono la Commissaria internazionale, faccio molte chiamate cercando di rendere consapevoli anche senza esagerare. Siamo in contatto con molte persone e ho una sorta di canale di comunicazione con gli Stati vicini per aiutare le famiglie degli scout ucraini che hanno deciso di andare all’estero.
Grazie alle donazioni delle varie campagne mondiali scout, vengono agevolati gli aiuti umanitari provenienti da paesi differenti. Questo è quello che accade dalla mia parte. Ci sono i capi scout adulti che stanno facendo un grande lavoro adesso; sono persone che hanno accesso ad internet, fanno incontri su Zoom per intrattenere i bambini affinché non siano preoccupati e spaventati. Molti capi scout stanno aiutando le nostre organizzazioni di volontariato come la Croce rossa o in comunità locali per cucinare per la Difesa territoriale. E, sicuramente, moltissimi scout si sono riuniti per gli aiuti umanitari, aiutano in questa fase e si rendono volontari in organizzazioni o semplicemente verso le persone bisognose, verso i senza tetto.
Questo è quello che stiamo facendo ora.
La comunità internazionale ci chiede “perché non lo fate vedere sui social? Vogliamo vedere”. Sì, è vero, con lo scopo di mantenere alto lo spirito delle persone, dobbiamo farlo. Ma sai, quando le bombe stanno sopra la tua testa, non pensi a scattare foto. Mi è stato chiesto di scattare qualche foto per una campagna di informazione; quello che possiamo fare lo facciamo, facciamo del nostro meglio, ma, sfortunatamente, non ci sono molti momenti.

Forse il nostro tempo è scaduto. Sono veramente grato per quello che hai detto, per ciò che ci hai raccontato. E ancora, non riusciamo ad immaginare quello che voi state realmente vivendo…

Lasciami dire, a questo punto, che sono estremamente contenta che non potete immaginare quello che sta accadendo e prego per tutto il mondo, prego per il meglio, prego affinché arrivi la pace nella nostra terra, affinché voi non proviate mai questo. E ti dico che prima dell’arrivo della guerra, non avevo mai apprezzato questa pace. Quindi, come amichevole promemoria, sono contenta che non ve lo aspettavate e vi auguro, vi auguro veramente, dal profondo del mio cuore, di non provare mai questo. Mai, mai e poi mai nella vostra vita.

POSSIAMO CONDIVIDERE QUESTa intervista?

Questa è una cosa che voi potete fare, e che posso fare anche io. Grazie per questo apprezzamento, grazie per questa offerta. Quindi per favore, fate pressione; questo è quello che potete fare ed è una cosa che aiuta davvero. Anche se sapete di non avere molti follower, o che il video verrà visualizzato due, tre volte, solo tre persone che vedranno l’intervista, loro capiranno cosa sta succedendo. Quindi sono davvero grata, estremamente grata per tutto quello che state facendo. E vorrei dirvi che forse, qualche volta, potrei essere sembrata una persona cinica, molto severa e insensibile, ma sono una persona che sta affrontando dei problemi enormi, che è stata agitata per tutto questo tempo, che ha visto tutto questo con i propri occhi. Voglio solo che voi capiate, nonostante tutto quello che sta accadendo in Ucraina, che noi siamo ancora creatori di pace, siamo ancora messaggeri di pace, siamo ancora persone. A
volte facciamo cose che la società non si aspetta che noi facciamo, ma questa è l’unica strada. Grazie a voi, a tutta la comunità scout, all’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout per tutti i vostri sforzi. In questo momento, ogni scout ucraino sa ora più che mai di fare parte di una grande famiglia scout. Grazie per questo incontro, per l’intervista, perché questo è davvero utile, come persona, per distrarmi da tutto quello che sta accadendo.

Le nostre sensazioni

Le emozioni della comunità di clan dopo la visione dell’intervista sono state molto forti. Accese le luci, dopo aver ascoltato e visto parlare Olha, i volti delle persone presenti erano sconvolti: molti di noi in lacrime. È stato facile per noi empatizzare con una ragazza della nostra età che condivide i nostri valori e che si trova sotto una pioggia di proiettili, missili e bombe. La disperazione nei suoi occhi la abbiamo assorbita a pieno, siamo stati travolti da una testimonianza vera e che abbiamo sentito estremamente vicina a noi, colpendoci nel cuore.
È stata un’esperienza importantissima, perché ci ha fatto prendere piena consapevolezza della situazione che ha stravolto la sua vita, come quella di molte altre persone. Entrando nel vivo della questione in prima persona e capendo quanto effettivamente la disperazione di una ragazza che condivide valori che ci accomunano, come quelli cristiani e di fratellanza universale, per noi è stato difficile comprendere come è potuta arrivare a dire: “se necessario, lo farò: prenderò la pistola”. Siamo attaccati a una quotidianità che ci stanca, annoia; vogliamo sempre altro e non ci basta mai la situazione in cui viviamo, non ci accontentiamo, mai, ci lamentiamo sempre, non siamo mai grati. Questa è stata una testimonianza per capire che non è scontato nemmeno avere il cielo della propria città libero da missili, avere la possibilità di annoiarsi, di stare sdraiati in un prato senza il rischio di essere colpiti da proiettili. Il nostro terrore è l’aumento delle bollette e della benzina, capaci di non guardare oltre il
confine del nostro cancello.

L’intervista completa si può leggere qui. Puoi visualizzare il video dell’intervista qui.

Ronny e Dada - Somma L.do 1 e Lago di Varese 7

Giornata del Pensiero 2021: rinnovare la promessa Scout

Raccogliendo l’invito del Capo Scout e della Capo Guida d’Italia, la Zona Varese Agesci in occasione del Thinking Day 2021 ha rinnovato pubblicamente la Promessa Scout

In questo anno particolare in cui fare qualsiasi attività ha richiesto molta creatività e attenzione, anche per festeggiare la Giornata del Pensiero si è dovuto ricorrere a nuove idee.

La Giornata del Pensiero o Thinking Day, celebrata ogni 22 febbraio, si pone come obiettivo quello di riflettere su un tema specifico che per questo 2021 è stato la Pace. La Capo Guida e il Capo Scout d’Italia hanno invitato tutti gli scout del paese a rinnovare pubblicamente la propria Promessa scout per un motivo particolare: “Cerchiamo di testimoniare, tutti insieme, che ci siamo e che siamo sempre pronti a servire il nostro Paese. Sentiamoci sempre uniti e sostenuti da tutti gli altri: sarà più facile affrontare le sfide che ci stanno davanti.

Ogni gruppo e unità della Zona Varese Agesci, nel rispetto delle leggi e normative vigenti, ha ideato un modo differente per accogliere questo invito

Il gruppo Varese 3 ha rinnovato la promessa Scout in LIS (Lingua Italiana dei Segni) e ha condiviso il video sui social.

I gruppi Gallarate 1, Somma Lombardo 1 e Tradate 1 hanno privilegiato momenti di unità e di gruppo per condividere attivamente un momento tanto speciale come quello della promessa. Vivere la promessa scout nell’attività di gruppo e nella vita di tutti i giorni è uno dei modi migliori per essere testimoni e pronti a servire.

Attività di reparto Gallarate 1
rinnovo promessa Somma L
Messa di rinnovo della promessa - Gallarate 1
rinnovo promessa Tradate
rinnovo promessa Somma L
Attività di reparto Galla 1
Promessa Branco Va8

Il Branco del Varese 8 ha raccolto l’invito vivendo uno dei momenti più emozionanti della vita di unità: la prima promessa dell’anno recitata dai nuovi arrivati. Un modo meraviglioso per ricordare il momento in cui ogni lupetto ha recitato la propria.

I ragazzi del noviziato del Varese 1 hanno rinnovato la propria promessa e rivissuto i tanti momenti scout cantando insieme la canzone “Oh Freedom”.

Rinnovo promessa canto Varese 1

Rinnovare la promessa un anno dopo l’inizio delle restrizioni dovute alla pandemia, è un simbolo di appartenenza: lo scautismo, nonostante tutto, non si è mai fermato.

Agesci Zona Varese

La Pace non fa la quarantena

Il Clan del gruppo Gallarate 1 affronta una veglia per la luce della pace speciale in questo 2020

Nella chiesa della natività di Betlemme è sempre accesa una lampada ad olio ed ogni anno, da quella fiamma, ne vengono accese altre e diffuse in tutto il mondo come simbolo di pace e fratellanza tra i popoli.
La branca r/s del Gallarate 1 partecipa ogni anno a questa iniziativa portandola di chiesa in chiesa nella zona di Varese. Per tradizione, la fiaccola viene trasportata a piedi dagli scout, durante la notte, da Gallarate fino al Sacro Monte di Varese.
Per motivi di sicurezza in questo 2020 non abbiamo potuto fare la nostra scarpinata, ma abbiamo deciso di provare comunque a mandare il messaggio di questo evento così importante per noi con una veglia a cui poteva partecipare chiunque.

I temi di quest’anno

Per raccontare la pace, in un periodo così particolare, ci siamo soffermati su tre punti: la pace con noi stessi, la pace in famiglia e la pace con il prossimo. Abbiamo anche chiamato degli ospiti che ci potessero dare delle testimonianze per aiutarci a riflettere sull’argomento.
Per parlare della serenità personale abbiamo chiamato uno psicologo che ci ha raccontato come, secondo lui, la pace non sia una meta da raggiungere ma bensì un susseguirsi di azioni volte a cercarla: un processo sempre in movimento. Questo differenzia lo “stare bene” con la vera e propria pace interiore che invece è solo passeggera.

Per parlare della pace in famiglia abbiamo chiamato la coppia guida per il corso fidanzati della parrocchia di Gallarate. Ci hanno raccontato di come la loro famiglia – composta da genitori e due figli adolescenti – avesse passato la quarantena e di quali fossero stati i momenti più complicati. È stato difficile non violare la privacy dell’altro e questo ha richiesto un grande esercizio di fiducia e di rispetto.
Queste sono le due parole chiave per potere ritrovare il concetto di famiglia: concetto che abbiamo avuto l’occasione di ripassare approfonditamente.

Per parlare della pace con il prossimo, invece, abbiamo ascoltato la testimonianza di una famiglia che ha deciso di avere in affido un ragazzo proveniente da una situazione familiare di disagio.
Ci hanno raccontato di come sia stata una scelta un po’ improvvisa perché, all’inizio era solo accolto e quindi non condivideva la stessa casa. In seguito ad alcune complicanze, hanno deciso di accoglierlo nella loro famiglia, composta anche da loro figlio.
All’inizio c’era un po’ di timore e di imbarazzo – soprattutto da parte del figlio – ma poi con il tempo hanno trovato quell’armonia che gli ha permesso di trovare la pace.

La pace in questo periodo di paura

Abbiamo lavorato sodo per organizzare questa veglia, sia per cercare di trasmettere il nostro messaggio che per rispettare tutte le norme anti-covid.
Non lo abbiamo sentito come un peso o un compito, ma più come un bisogno. Infatti, lo abbiamo fatto per aiutare a ritrovare un sentimento così importante come la pace, messo a dura prova in questo periodo che sta alimentando una certa diffidenza verso l’altro.

Luce della Pace a Gallarate
Michele e Rachele - Clan Gallarate 1

La zona varese è online: accogliamo!

La nostra avventura e la nostra storia di ragazzi e capi scout, da oggi, è anche online.
Il nuovo sito web dell’associazione Agesci Zona Varese ha un unico grande obiettivo: far conoscere a tutta la cittadinanza quello che viene fatto dai ragazzi e dalle ragazze che fanno parte di questo movimento, sul loro territorio (che si estende per tutta la provincia di Varese, da Gallarate a Luino).
Tutto questo si realizzerà attraverso la pubblicazione di racconti vissuti e scritti dai ragazzi stessi.
E come mai lo fanno? Semplicemente perché gli scout spendono il loro tempo e riservano una particolare attenzione là dove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la dignità della persona.

La scelta di accogliere

Accogliamo! Sì, perché quello su cui si sta lavorando, visto il momento storico che stiamo attraversando, è proprio l’accoglienza.
Perché scegliamo di accogliere?
Perché noi lo abbiamo sempre fatto. Lo facciamo da sempre. E tutto è cominciato da noi in primis, dal progetto educativo per i capi e i ragazzi della zona, così che nessun membro della propria comunità capi e della zona debba sentirsi straniero.
Il primo passo, quindi, è stato quello di assaporare tra di noi un clima tra pari, in cui la storia di ognuno potesse essere importante e preziosa.
E questo obiettivo è diventato anche, e soprattutto, un obiettivo per i ragazzi che stiamo educando oggi.

Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato.

Robert Baden-Powell

Come è stato stabilito anche dall’associazione a livello nazionale, accogliamo per andare incontro all’altro, affinché ognuno si senta pensato ed amato. Vogliamo ascoltare e raccontare la strada e la storia che le persone attraversano. Accogliamo per diventare operatori di pace sia nei nostri contesti di vita quotidiana che nei contesti più ampi.
Accogliamo per mettere a disposizione risorse, competenze, esperienze per accompagnare il passo di chi oggi fa più fatica, in contesti locali, nazionali ed internazionali.
Infine, non perdeteci di vista, perché ci impegneremo a condividere quello che facciamo e quello che pensiamo sul tema dell’accoglienza, e della pace, in ogni contesto nazionale ed internazionale in cui siamo presenti.

Agesci Zona Varese