Clan in servizio alla Mensa della Brunella di Varese

Due racconti, della stessa esperienza di servizio, fatta da due Clan della zona di Varese

Brunella, Varese
Esperienza Clan Varese 3 e Varese 8

A causa dell’emergenza sanitaria il clan non ha potuto svolgere attività di servizio extra associative per molto tempo. Così, all’inizio di quest’anno, ci siamo chiesti cosa avremmo potuto fare per non continuare a rimanere inattivi sul nostro territorio. Siamo riusciti a metterci in contatto con uno dei volontari del progetto della mensa della Brunella, una realtà che conoscevamo già, ma di cui non avevamo mai preso parte.

La mensa

Ogni giorno la mensa distribuisce più di 300 “cestini”, alcuni dei quali vengono consumati nello spazio dedicato vicino al punto di distribuzione. Originariamente i pasti venivano distribuiti all’interno di un locale dell’oratorio dove venivano consumati, a causa della situazione pandemica non è più stato possibile unificare i servizi. Dopo l’inizio delle restrizioni si è pensato di trovare un altro modo affinché le persone potessero mangiare in un ambiente chiuso al riparo dal clima invernale. La parrocchia della Brunella, con l’autorizzazione del comune, ha reso disponibile uno spazio riscaldato, dove sono stati disposti dei tavoli, posizionati in modo tale da rispettare il distanziamento e tutti i posti a tavola sono stati dotati di schermi in plexiglas. Lo spazio viene aperto ogni giorno dai volontari anche in zona rossa e rimane un punto di riferimento per tutte le persone che sono in difficoltà.

L’impegno del Clan

Dopo lunghi mesi in cui fare servizio era diventato quasi impossibile, l’opportunità di ritornare a rendersi utili sul territorio è stata una boccata d’aria fresca per il clan. Ci rechiamo ogni domenica a coppie per aiutare i volontari a gestire l’ingresso delle persone all’interno del salone, per misurare la temperatura degli ospiti e per sanificare gli ambienti alla chiusura. Ci occupiamo inoltre della distribuzione di mascherine, libri e generi alimentari supplementari. A volte qualche chiacchiera con qualcuno, magari su un libro appena letto preso la settimana prima dalla mensa o sulla partita della domenica, diventa un momento fondamentale del nostro servizio, nel quale troviamo il vero significato di quello che stiamo facendo.

Uno spunto per il nostro capitolo

Per noi è un’opportunità per continuare il percorso iniziato durante la route invernale dell’anno scorso in cui abbiamo fatto servizio in un rifugio per senza fissa dimora a Como. Inoltre, vedere come lavora la mensa ci sta aiutando nel capitolo di quest’anno che abbiamo incentrato sul cibo, in particolare mostrandoci come vengono ridistribuiti i prodotti in scadenza provenienti sia dai grandi che dai piccoli supermercati per evitare sprechi. Pensiamo sia un piccolo gesto, ma con un valore immenso per le persone che ogni giorno possono trovare un luogo accogliente dove potersi sentire accettati.

Christian e Filippo - Clan Alba Errante, Varese3/8
Esperienza Clan Lago di Varese 7 e Somma Lombardo 1

Lo scopo di Casa della Carità non è solo quello di offrire un pasto a coloro che non possono permetterselo ma nonostante l’odierna pandemia il servizio non si ferma, permettendo agli ospiti di consumare il pranzo dignitosamente seduti ad un tavolo al caldo e godendo della compagnia di chi condivide la loro stessa situazione.

La routine della mensa

I primi frequentatori si presentano alle dieci e trenta del mattino, alcuni volti sono noti e hanno un posto fisso a cui sedersi e spesso sono raggiunti da amici con cui sono soliti consumare il pasto, vi è invece chi visita la mensa solo saltuariamente e questi rimangono impressi forse più di chi frequenta la mensa abitualmente. È curioso osservare da estranei certe dinamiche che avvengono, dagli screzi tra avventori ai gesti di aiuto fraterno. Gli operatori sono come esterni ad una sotto società che spesso si fatica a comprendere.

Ogni tanto vi sono ospiti che decidono di volersi raccontare e imbastiscono monologhi in cui si arriva a conoscere molto della persona che si sta ascoltando; è in generale un’esperienza che definirei quanto meno particolare e di cui ancora fatico a comprendere le cause. Lasciata la mensa gli ospiti più bisognosi hanno la possibilità di incontrarsi anche al centro diurno “Il Viandante”, dove potranno ricevere ulteriore assistenza.

Scelta di servizio e compiti

Quando è giunta la proposta di fare servizio alla mensa, il Clan Lago di Varese 7 e Somma Lombardo 1 ha deciso che non fosse un’esperienza da affrontare nella sua totalità, ma che potesse essere un’opportunità di servizio personale per qualcuno, in modo da vivere in maniera più concreta questa esperienza. Abbiamo accettato l’invito in due e abbiamo cominciato il servizio a novembre mettendo a disposizione i nostri sabati mattina.

Il servizio è molto semplice, si tratta di accogliere gli avventori, assicurandosi che non abbiano febbre e chiedendo loro di igienizzarsi le mani, poi li si accompagna ad un tavolo dove possono sedersi, togliersi la mascherina e mangiare, separati dagli altri da un plexiglass che però permette di scherzare e ridere assieme. Quando un ospite esce dalla mensa il volontario deve pulire ed igienizzare la postazione per permettere qualcun altro di prendere il suo posto.  

Andrea -Clan'NDUMA CLAN DUMA, Lago di Varese 7 e Somma Lombardo 1

Giornata del Pensiero 2021: rinnovare la promessa Scout

Raccogliendo l’invito del Capo Scout e della Capo Guida d’Italia, la Zona Varese Agesci in occasione del Thinking Day 2021 ha rinnovato pubblicamente la Promessa Scout

In questo anno particolare in cui fare qualsiasi attività ha richiesto molta creatività e attenzione, anche per festeggiare la Giornata del Pensiero si è dovuto ricorrere a nuove idee.

La Giornata del Pensiero o Thinking Day, celebrata ogni 22 febbraio, si pone come obiettivo quello di riflettere su un tema specifico che per questo 2021 è stato la Pace. La Capo Guida e il Capo Scout d’Italia hanno invitato tutti gli scout del paese a rinnovare pubblicamente la propria Promessa scout per un motivo particolare: “Cerchiamo di testimoniare, tutti insieme, che ci siamo e che siamo sempre pronti a servire il nostro Paese. Sentiamoci sempre uniti e sostenuti da tutti gli altri: sarà più facile affrontare le sfide che ci stanno davanti.

Ogni gruppo e unità della Zona Varese Agesci, nel rispetto delle leggi e normative vigenti, ha ideato un modo differente per accogliere questo invito

Il gruppo Varese 3 ha rinnovato la promessa Scout in LIS (Lingua Italiana dei Segni) e ha condiviso il video sui social.

I gruppi Gallarate 1, Somma Lombardo 1 e Tradate 1 hanno privilegiato momenti di unità e di gruppo per condividere attivamente un momento tanto speciale come quello della promessa. Vivere la promessa scout nell’attività di gruppo e nella vita di tutti i giorni è uno dei modi migliori per essere testimoni e pronti a servire.

Attività di reparto Gallarate 1
rinnovo promessa Somma L
Messa di rinnovo della promessa - Gallarate 1
rinnovo promessa Tradate
rinnovo promessa Somma L
Attività di reparto Galla 1
Promessa Branco Va8

Il Branco del Varese 8 ha raccolto l’invito vivendo uno dei momenti più emozionanti della vita di unità: la prima promessa dell’anno recitata dai nuovi arrivati. Un modo meraviglioso per ricordare il momento in cui ogni lupetto ha recitato la propria.

I ragazzi del noviziato del Varese 1 hanno rinnovato la propria promessa e rivissuto i tanti momenti scout cantando insieme la canzone “Oh Freedom”.

Rinnovo promessa canto Varese 1

Rinnovare la promessa un anno dopo l’inizio delle restrizioni dovute alla pandemia, è un simbolo di appartenenza: lo scautismo, nonostante tutto, non si è mai fermato.

Agesci Zona Varese

La Pace non fa la quarantena

Il Clan del gruppo Gallarate 1 affronta una veglia per la luce della pace speciale in questo 2020

Nella chiesa della natività di Betlemme è sempre accesa una lampada ad olio ed ogni anno, da quella fiamma, ne vengono accese altre e diffuse in tutto il mondo come simbolo di pace e fratellanza tra i popoli.
La branca r/s del Gallarate 1 partecipa ogni anno a questa iniziativa portandola di chiesa in chiesa nella zona di Varese. Per tradizione, la fiaccola viene trasportata a piedi dagli scout, durante la notte, da Gallarate fino al Sacro Monte di Varese.
Per motivi di sicurezza in questo 2020 non abbiamo potuto fare la nostra scarpinata, ma abbiamo deciso di provare comunque a mandare il messaggio di questo evento così importante per noi con una veglia a cui poteva partecipare chiunque.

I temi di quest’anno

Per raccontare la pace, in un periodo così particolare, ci siamo soffermati su tre punti: la pace con noi stessi, la pace in famiglia e la pace con il prossimo. Abbiamo anche chiamato degli ospiti che ci potessero dare delle testimonianze per aiutarci a riflettere sull’argomento.
Per parlare della serenità personale abbiamo chiamato uno psicologo che ci ha raccontato come, secondo lui, la pace non sia una meta da raggiungere ma bensì un susseguirsi di azioni volte a cercarla: un processo sempre in movimento. Questo differenzia lo “stare bene” con la vera e propria pace interiore che invece è solo passeggera.

Per parlare della pace in famiglia abbiamo chiamato la coppia guida per il corso fidanzati della parrocchia di Gallarate. Ci hanno raccontato di come la loro famiglia – composta da genitori e due figli adolescenti – avesse passato la quarantena e di quali fossero stati i momenti più complicati. È stato difficile non violare la privacy dell’altro e questo ha richiesto un grande esercizio di fiducia e di rispetto.
Queste sono le due parole chiave per potere ritrovare il concetto di famiglia: concetto che abbiamo avuto l’occasione di ripassare approfonditamente.

Per parlare della pace con il prossimo, invece, abbiamo ascoltato la testimonianza di una famiglia che ha deciso di avere in affido un ragazzo proveniente da una situazione familiare di disagio.
Ci hanno raccontato di come sia stata una scelta un po’ improvvisa perché, all’inizio era solo accolto e quindi non condivideva la stessa casa. In seguito ad alcune complicanze, hanno deciso di accoglierlo nella loro famiglia, composta anche da loro figlio.
All’inizio c’era un po’ di timore e di imbarazzo – soprattutto da parte del figlio – ma poi con il tempo hanno trovato quell’armonia che gli ha permesso di trovare la pace.

La pace in questo periodo di paura

Abbiamo lavorato sodo per organizzare questa veglia, sia per cercare di trasmettere il nostro messaggio che per rispettare tutte le norme anti-covid.
Non lo abbiamo sentito come un peso o un compito, ma più come un bisogno. Infatti, lo abbiamo fatto per aiutare a ritrovare un sentimento così importante come la pace, messo a dura prova in questo periodo che sta alimentando una certa diffidenza verso l’altro.

Luce della Pace a Gallarate
Michele e Rachele - Clan Gallarate 1

L’avventura degli scout Varesini: la route degli sbandati

Dopo mesi di lockdown, gli sbandati del Clan/Fuoco Delle Valli, caricano in spalla gli zaini e partono in cerca di una nuova avventura

Spinti dalla voglia di uscire e di fare una route dopo tre mesi di quarantena chiusi in casa, noi del clan del Varese 1 ci siamo finalmente caricati lo zaino in spalla e siamo partiti all’avventura.

Ma facciamo un passo indietro: durante la preparazione del campo, la preoccupazione di non poter partire era innegabilmente molto grande. Solo un mese e mezzo prima della route l’AGESCI ci aveva dato il via per poter programmare le nostre attività. Le paranoie non ci abbandonavano, ma la volontà di partire era molto più grande. Così ognuno di noi si è impegnato al massimo per poter organizzare la route nel modo più sicuro possibile ma, nello stesso tempo, bello.

L’inizio dell’avventura

Il giorno della partenza è arrivato e già dal primo minuto abbiamo notato tutti un cambiamento. Prima di fare qualsiasi cosa ci siamo misurati la febbre e igienizzati dalla testa ai piedi. Dopo aver raccolto tutti i documenti siamo finalmente partiti.

Arrivati a Dumenza la nostra route è iniziata. La maggior parte di noi si è ritrovata a fare fatica dopo una quarantena senza essersi allenati a camminare per i sentieri, ma ciò non ci ha bloccati. La fatica è sparita quando ci siamo fermati ad ammirare il panorama ad Alpe Fontana dove abbiamo pranzato e ci siamo rilassati, riposando e cantando qualche canzone.

La nostra avventura è continuata quando abbiamo ripreso il sentiero per raggiungere l’ultima tappa della giornata: il Monastero a Pragaleto. Sul sentiero abbiamo incontrato una suora che era in missione al Monastero e ci ha indicato il sentiero per arrivarci. Pensando però che il sentiero fosse sbagliato, siamo tornati indietro ed abbiamo rincontrato la suora che, vedendoci persi, ci ha accompagnati fino alla nostra meta. Arrivati al monastero abbiamo assistito alla testimonianza di due monaci che ci hanno raccontato la loro vita all’insegna della religione.

Il giorno più arduo della nostra avventura

Il giorno successivo avrebbe dovuto essere uno dei giorni più faticosi e così è stato. In mattinata abbiamo raggiunto il Monte Lema, dove una pausa è stata d’obbligo per poter ammirare la natura che ci circondava. Una volta ripartiti abbiamo riscontrato uno dei primi problemi della giornata: molti di noi avevano finito l’acqua e stavamo camminando in cresta sotto al sole. Data l’emergenza coronavirus ovviamente non potevamo condividerla quindi, abbiamo continuato a camminare sperando di arrivare presto in un posto dove poterci rifornire. Questo posto è subito arrivato. Abbiamo trovato una piccola baita dove si poteva comprare l’acqua. Il prezzo era però spropositato, allora abbiamo scelto di continuare a camminare, quando finalmente abbiamo intravisto un rifugio con una fonte d’acqua. Inutile specificare che ci siamo arrivati di corsa. Una volta reidratati abbiamo pranzato e poi siamo ripartiti.

Appena arrivati a Monteviasco, non abbiamo per niente attirato l’attenzione: ci siamo lavati in un lavatoio, accampati in un parchetto, cenato sull’H di atterraggio degli elicotteri a fianco ad un cimitero e fatto il bivacco di notte nello stesso posto.

Il gruppo si riunisce

La mattina seguente siamo scesi ai Mulini di Piero, dove gli eventi particolari non sono mancati. Il più coraggioso di noi ha fatto il bagno nel fiume congelato, la più sfortunata è stata punta da una zecca, e la più fortunata invece ha pestato il regalino lasciato dalle mucche al pascolo. Arrivati a Biegno ci siamo ricongiunti con due del clan che non erano potuti partire con noi. Con loro è arrivata anche la spesa che ci ha reso lo zaino più pesante di circa due chili. Dopo cena siamo saliti in cima al Monte Paglione a fare un bivacco con vista panoramica sulla città di Locarno illuminata durante la notte. La giornata, poi, si è conclusa a Monterecchio.

Il giorno successivo siamo stati raggiunti da altri due di noi: uno di ritorno dal campo di protezione civile e l’altra infortunata con un piede rotto. Sono stati accompagnati da Don Matteo che ci ha raggiunti per fare la Messa e per portarci una fresca anguria. Dopo aver assistito ad un primo assaggio dell’anguria, Don Matteo e l’infortunata sono ripartiti verso casa.

Gli ultimi giorni

La strada del giorno dopo in teoria doveva essere semplice, ma c’è stato lo zampino della pattuglia catechesi che ha deciso di complicarla un pochino. Siamo arrivati in cima al monte Cadrigna, dopo aver passato il Passo della Forcora e per fare l’attività programmata abbiamo dovuto scendere dal monte in due gruppi separati, uno a distanza di dieci minuti dall’altro. Fin qua tutto normale, peccato che, dopo un paio di minuti di cammino il sentiero non fosse più segnato e l’unica opzione era scendere dalla montagna ad azimut.

Ovviamente ci siamo persi. Il primo gruppo ha scelto di tornare in vetta e scendere dal sentiero che avevamo percorso salendo, mentre il secondo gruppo è riuscito a ritrovare il sentiero dopo aver fatto un pezzo ad azimut. Alla fine, i due gruppi si sono trovati uno dalla parte opposta della montagna rispetto all’altro, ma per fortuna è andato tutto per il meglio e ci siamo ricongiunti in prossimità del lago Delio che è stata la nostra ultima tappa della giornata. Una volta arrivati, ci siamo accampati vicino al rifugio e dopo aver fatto il bagno nel lago ghiacciato abbiamo deciso di festeggiare l’ultima serata di route concedendoci una cena a base di polenta al rifugio.

Il giorno dopo, con la tristezza dell’ultimo giorno della nostra avventura, siamo scesi fino a Maccagno ragionando su come avevamo vissuto il campo rispetto all’emergenza sanitaria, capendo che avevamo fatto il possibile per rimanere sicuri ma che potevamo certamente fare di più. Arrivati a Maccagno abbiamo concluso il campo con un bagno nel lago, dove, anche se profondamente tristi per la fine del campo, i sorrisi non sono mancati.

avventura del Clan del Varese 1 - Route 2020
Sensazioni dei partecipanti

“Quello che mi era mancato di più è stato provare fatica prima di arrivare in vetta e ovviamente potersi vedere dal vivo.” Francesca

“Mi è mancato sentire una reale connessione con le persone e stare all’aria aperta, sembra una banalità ma sono rinata.” Beatrice

“Dopo tanto, ho potuto interagire con le persone, stare all’aperto, e soprattutto passare del tempo con degli amici.” Maddalena

“Finalmente potevamo dire ‘Dai ce la stiamo facendo!’, finalmente tutti gli sforzi fatti in questi mesi sono serviti a qualcosa. Potevamo pensare di esserci lasciati alle spalle il Coronavirus, di essere finalmente tornati alla normalità.” Andrea

“Mi è mancato poter suonare e cantare a squarciagola attorno al fuoco, poter dormire finalmente sotto le stelle la notte di San Lorenzo.” Asdghig

Asdghig e Valentina - Clan/Fuoco Delle Valli, Varese 1

Route estiva: il racconto del Clan Veliero II

Il racconto della nostra avventurosa route nel Parco del Gran Sasso (Abruzzo) e il nostro cammino di comunità, oltre che in comunità

La route estiva del mio Clan, il Veliero II del gruppo scout Luino I, verso Campo Imperatore (Parco Nazionale del Gran Sasso) è iniziata nel migliore dei modi: anziché arrivare in Abruzzo in 6 ore, noi abbiamo preferito impiegarcene il doppio e arrivare giusto per l’ora di cena. Appena arrivati, il nostro focoso entusiasmo è stato momentaneamente spento dalla pioggia. Per ripararci abbiamo deciso di montare le tende e, come per magia, ecco il vento! In un attimo eravamo diventati un divertente intrattenimento per le persone che ci filmavano sedute comodamente nei loro caravan.
Dopo questo benvenuto, il sole, che ci aveva surriscaldato per tutto il viaggio in autostrada, è tornato da noi e ci ha permesso di cenare al tramonto in compagnia delle mucche.

Il vero inizio della route estiva

Il giorno seguente ci siamo incamminati verso Rifugio del Monte. È stata la giornata più stancante e questo ha aumentato la gratificazione ricevuta una volta arrivati in cima, sempre accolti da un magnifico tramonto abbinato perfettamente ai colori delle nostre tende. Durante la camminata si è aggiunta al gruppo Carolina, un teschio di mucca con molte forbicine incluse!

Il mattino seguente abbiamo assistito ad una testimonianza non prevista di un pastore che vive su quelle montagne da ormai 25 anni: voleva addirittura comprarci un caricatore a pannelli solari…

Spesso si dice che la strada giusta si trovi solo camminando, beh per noi non è andata così: il terzo giorno è stato il giorno delle strade sbagliate, come raccontato dal telegiornale della giornata (una simpatica cronaca presentata a turno da ognuno di noi). Dopo svariati tentativi siamo riusciti a raggiungere le cascate del Rio Arno.
In attesa di chi era andato invano alla ricerca di approvvigionamenti, ci siamo dilettati cantando accompagnati dal magico ukulele. Dopo cena, sdraiati nel buio più totale, abbiamo guardato le numerose (non per tutti) stelle cadenti e ognuno di noi ha raccontato un’immagine che descrivesse la giornata trascorsa. Personalmente è stato uno dei miei momenti preferiti, forse perché ci ha fatto capire che alla fine noi siamo come le stelle: brilliamo grazie a qualcosa che non si vede. 

La fine del cammino (fisico)

Il quarto giorno è stato, per la gioia di molti, l’ultimo di cammino. Durante il tragitto per raggiungere l’amato Campo Imperatore abbiamo sostato per uno dei pranzi migliori della Route: ci siamo messi alla prova con indovinelli improbabili proposti dalla pattuglia intrattenimento e ci siamo dilettati in forme artistiche alternative con i tatuaggi con l’henné.

Arrivati a Campo Imperatore ognuno di noi ha cucito un piccolo veliero di stoffa e tutti insieme abbiamo cucito il grande Veliero grazie al tempo trovato per le attività, le riflessioni e le condivisioni.
L’attività inizialmente più odiata da tutti ma che si è rivelata molto utile è stato il dover dire un pregio e un difetto a ognuno di noi; affascinante come questo ci abbia aiutato a creare l’atmosfera adatta per la progettazione dei punti mancanti della Carta di Clan.

Il penultimo giorno è stato molto importante per la comunità: Greta ha preso la partenza e per questa grande occasione siamo stati raggiunti da altri membri del clan.

Come si è conclusa la route estiva

Tutte queste esperienze hanno aumentato l’unità all’interno del Veliero e così, l’ultimo giorno, sulla riva del mare toscano, abbiamo portato a termine la Carta, di cui andiamo molto fieri.
Dopo un meritato bagno in mare e il punto della strada, siamo ripartiti verso la quotidianità e, per non smentirci, ci abbiamo impiegato il doppio del tempo.

Lucia - Clan Veliero II, Luino I 

Alpe Devero: route del clan “N’duma clan Duma”

Come la comunità di clan dei gruppi Lago di Varese 7 e Somma Lombardo 1 ha scelto di vivere comunque la route 2020

Incredibilmente e nonostante le mille difficoltà dovute alle restrizioni date dalle normative COVID, noi del clan Somma Lombardo 1 e Lago di Varese 7 siamo riusciti a organizzare e vivere la nostra route estiva. Per cercare di avere meno contatti possibili con persone esterne alla nostra comunità, abbiamo preferito fin da subito valutare l’idea di una route di cammino. Un altro problema che si è presentato è quello di studiare un percorso che permettesse per ogni pernotto la possibilità di montare circa una ventina di tende, dato che per le restrizioni non era possibile condividere la propria tenda con nessuno.

Per tutte queste questioni la scelta finale è ricaduta sull’Alpe Devero, al camping “Rio Buscagna”, in modo da poter avere abbastanza spazio per sistemare tutte le tende a distanza e riuscire comunque a vivere la strada.

Come ci siamo organizzati

Come per ogni route abbiamo optato per l’organizzazione tramite pattuglie, ovvero i membri della comunità si dividono in gruppi per studiare la logistica della settimana, ci siamo divisi in: trasporti, catechesi, attività e sentieri.

L’idea era infatti quella che ogni giorno avremmo camminato per poi tornare al camping per la sera. Ci sembrava un buon compromesso tra il vivere la strada e rispettare le restrizioni giustamente imposte causa emergenza sanitaria. Condizioni atmosferiche permettendo siamo riusciti quasi tutti i giorni a sfruttare i percorsi proposti dalla pattuglia intorno all’Alpe Devero, senza dimenticare i momenti di fede e le riflessioni personali sui nostri punti della strada.

Cosa ci spaventava

La cosa che forse più ci spaventava era quella di non riuscire a vivere a pieno questa esperienza essendo limitati sotto molti aspetti, come le distanze di sicurezza e le mascherine. Dal punto di vista pratico oltre alla questione delle tende non si poteva nemmeno cucinare in coppia, evitare di prestarsi materiale, non era possibile stare troppo vicini e ovviamente mantenere il più possibile il distanziamento sociale. Nonostante tutto questo, abbiamo voluto provare perché la voglia di vederci era davvero tanta, e alla fine possiamo dire che ne è valsa la pena. Siamo comunque riusciti a vivere un esperienza scout formativa per la nostra comunità.

Quello che è successo in route

Durante questa route abbiamo anche salutato due membri della comunità di clan che hanno reputato che l’Alpe Devero fosse il luogo adatto per prendere la propria partenza. Abbiamo avuto l’occasione di poter continuare, e quasi concludere, la scrittura della nostra carta di clan, e poterci chiarire le idee sulle intenzioni che avevamo riguardo al capitolo.

La route nel complesso è stata sicuramente diversa dalle solite, più che altro per quello che si poteva, o meglio che non si poteva fare. E’ stata e un’esperienza interessante per il clan sotto molti aspetti, in primis perchè era da molto tempo che non vivevamo momenti di comunità “in presenza”.

Conclusioni

Alla fine è stato bello, come tutte le volte, forse questa volta ancora di più a causa del lungo periodo di lontananza che abbiamo affrontato. Durante il lockdown abbiamo accumulato molta voglia di vederci, di abbracciarci e tornare a stare insieme, e non dico che sia stato possibile tutto questo in route, però è come se avessimo cancellato i mesi di quarantena e fossimo tornati alla normalità. Non abbiamo potuto abbracciarci, è vero, ma il non vedersi da dietro a uno schermo è stato come vedersi per la prima volta.

Samuele - Somma Lombardo 1 e Lago di Varese 7

Come si riprende a camminare dopo la quarantena?

Ecco come il Clan Alba Errante dei gruppi scout Varese 3 e Varese 8 è tornato a camminare in Valmalenco

Era Marzo 2020 quando a causa del lockdown nazionale e delle varie manovre per arrestare la diffusione del Covid-19 AGESCI (l’Associazione Guide e Sout Cattolici Italiani) dovette interrompere l’attività scout in tutta Italia. Inizialmente si sperava che questa situazione sarebbe durata solo qualche settimana. Purtroppo come tutti sappiamo ci si è resi conto che ci sarebbe voluto molto di più per tornare alla normalità.

Per mesi migliaia di scout in tutta Italia sono stati costretti a sperimentare lo “scoutismo virtuale”, tramite riunioni fatte in videochiamata e attività svolte a distanza. A fine lockdown quindi, tutti avevamo bisogno di camminare insieme, di recuperare il tempo perduto e di capire se saremmo potuti partire per la route estiva o meno.

E invece…

Per un mese questo interrogativo ci ha spinto a chiederci se tutto ciò sarebbe stato permesso dai vari decreti, come avremmo potuto organizzarci e se ne sarebbe valsa la pena. Nonostante i dubbi, alla fine la voglia di tornare a camminare insieme ha preso il sopravvento. In un mese siamo riusciti ad organizzare un percorso di una settimana in Valmalenco nel mese di luglio. La difficoltà più grande che abbiamo dovuto affrontare oltre all’organizzarci nel poco tempo a nostra disposizione era assicurarci di rispettare al meglio le diverse norme anti covid imposte da AGESCI e dallo stato.

Non era ovviamente possibile condividere nulla fra di noi: ognuno doveva essere provvisto di cibo, acqua e persino di una tenda per dormire da solo e bisognava evitare di creare assembramenti sia durante il cammino che nelle varie tappe del nostro percorso. Purtroppo questo fatto ci ha in parte privati di quella che è un’esperienza da vivere all’insegna della condivisione e dell’aiuto reciproco, delle mani tese al compagno che non ce la fa più e al quale si offre la propria acqua e dei momenti passati a cantare abbracciati al freddo sotto le stelle.

Malgrado ciò è stata sicuramente una route indimenticabile: la voglia di tornare a camminare, il sentire riaccendersi lo spirito di un gruppo che era rimasto fermo per mesi e la gioia nel ritrovarsi di nuovo a faticare con i propri compagni per raggiungere una vetta. Questo è ciò che questa route ci ha donato e che ognuno di noi porterà per sempre con sé.

Filippo - Clan Varese 3/8

I Clan della Zona Varese si presentano in digitale

L’idea, nata durante il lockdown, di conoscersi grazie al digitale ha preso vita tra tutti i Clan della zona Varese Agesci

La pandemia e il lockdown hanno reso complicato lo svolgimento delle attività scout ma questo non ha fermato nè indebolito le nostre idee. I giovani che partecipano attivamente alla stesura degli articoli della Zona Varese Agesci hanno pensato di sfruttare il potenziale del digitale per conoscere in modo alternativo i Clan dell’intera zona. Un modo semplice e all’insegna del divertimento per affrontare il nuovo modo di fare scautismo.

Poche domande su cui riflettere e tante curiosità riguardanti le comunità: è così che la proposta di presentare i propri clan ha preso vita. La necessità di essere utili con i mezzi tecnologici a disposizione ha attivato lo spirito di iniziativa di molti ragazzi e ragazze spingendoli a sfruttare le proprie competenze digitali anche in favore delle attività scout.

Tradizionalmente durante ogni anno scout i Clan avevano a disposizione un intero weekend per incontrarsi e conoscersi, scambiarsi conoscenze, giochi, bans e raccontarsi tradizioni particolari. Durante la attività di zona si discute, si lavora insieme e si costruiscono legami di amicizia che durano nel tempo. In questo particolare anno si è cercata un’alternativa in grado di coinvolgere tutti in modo sicuro ed innovativo.

Sono stati proprio i membri dei Clan i protagonisti dell’intero progetto, dall’idea alla realizzazione. Grazie alla ripresa delle attività durante il periodo estivo, ogni comunità di Clan ha registrato un video per rispondere alle domande e presentarsi agli altri in modo originale e divertente.

La gioia di rivedersi e di condividere le proprie caratteristiche sono i punti chiave di questo lavoro nato durante la pandemia. Un nuovo modo di utilizzare il digitale per presentarsi in attesa di potersi incontrare dal vivo.

Con immenso piacere vi presentiamo i Clan della Zona Varese Agesci:

I Clan della Zona Varese si presentano🥳

I Clan della Zona Varese si presentano🥳L'idea, nata durante il lockdown, di conoscersi grazie al digitale ha preso vita e ha permesso a tutti i Clan della zona Varese Agesci di presentarsi agli altri in modo semplice e divertente.🥳www.zonavarese.it

Pubblicato da Agesci Zona Varese su Venerdì 16 ottobre 2020

A presto!

Agesci Zona Varese

Sorridono e cantano anche nelle difficoltà

Che ruolo abbiamo avuto in questa quarantena? Di Paura, di Apprendimento, di Crescita?
A che punto siamo con il capitolo? Dove vogliamo arrivare?

Durante questo periodo grazie a piccoli escamotage siamo riusciti in qualche modo a sentirci vicini e a non dimenticarci di essere scout. Sì! Perché, noi non “facciamo gli scout”, noi siamo scout, il nostro è uno stile di vita.

Probabilmente pregare, riflettere e chiacchierare a distanza non è la stessa cosa. Sicuramente Zoom, non può sostituire il calore di un caldo bivacco attorno al fuoco, la disperazione all’inizio di una salita e la felicità percepita una volta arrivati in cima alla montagna, ma in questi mesi non abbiamo mai smesso di essere scout.

Nonostante lo smarrimento generale siamo riusciti a incontrarci settimanalmente, ovviamente online. Le prime riunioni le abbiamo dedicate a ristabilire il contatto umano e a confrontarci sulla situazione vigente. Qualcuno di noi ha continuato il servizio, chi aiutando le suore in Via Luini, chi mettendosi a disposizione della Protezione Civile, chi con le ripetizioni online etc..

Il nostro capitolo

Poiché il nostro capitolo verte sul tema della povertà non potevamo sottovalutare l’emergenza che questa particolare realtà affronta e ha affrontato.Ci siamo informati sulle difficoltà che l’associazionismo in questo senso sta attraversando: mancanza di viveri, mancanza di volontari, senzatetto abbandonati e spesse volte multati.

Ci siamo messi in contatto con le singole associazioni per scoprire nel dettaglio le loro necessità e capire il da farsi. Nonostante le difficoltà siamo riusciti a inventarci qualcosa.

Fede

Ogni settimana grazie ai video del nostro assistente ecclesiastico abbiamo seguito il vangelo domenicale e ci abbiamo riflettuto un po’ su. Non abbiamo rinunciato al campo di Pasqua ma abbiamo condiviso via web le nostre personali “ultime cene” rigorosamente in uniforme e abbiamo letto e dibattuto su diversi spunti. Nonostante questa creativa alternativa è stato difficile riuscire a concentrarsi davvero vista la fatica ad adattarsi allo smart-working delle nostre attività.

Era inevitabile, inoltre, che prima o poi, a tutti noi sarebbe venuta voglia di tornare a cantare. Per questo motivo con l’intero gruppo del Varese 1, ci siamo incontrati su Zoom il 10 maggio, per pregare e cantare, in più di 80; lupetti, reparto, noviziato, clan e genitori.

Per tutto questo periodo non ho mai smesso di chiedermi: “Sarò pronta per la partenza?” [ndr. Momento di conclusione del cammino scout].
Poi ho pensato alla legge scout e a tutti i suoi punti che  ho promesso di seguire  “facendo del mio meglio per osservarla”, sia di fronte a una guerra, come le vecchie aquile randagie, sia di fronte a una pandemia mondiale.

La guida e lo scout:
1. pongono il loro onore nel meritare fiducia
2. sono leali
3. si rendono utili e aiutano gli altri
4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout
5. sono cortesi
6. amano e rispettano la natura
7. sanno obbedire
8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà
9. sono laboriosi ed economi
10. sono puri di pensiero, parole e azioni

Francesca - Clan Varese 1

Varese 3 & 8: Quello che abbiamo imparato sul clima

Gli scout del Clan Varese 3 & 8 alla scoperta dei cambiamenti climatici, i suoi effetti sull’ambiente e i consigli pratici per tutti

Durante l’anno appena concluso noi del clan Varese 3 e Varese 8 ci siamo concentrati su un tema che ormai possiamo dire scottante: i cambiamenti climatici.

Nel corso dell’anno ci siamo incontrati e abbiamo sentito il parere di esperti, come Giacomo Grassi, un meteorologo che ci ha spiegato che la temperatura della zona di Varese è aumentata di 2° negli ultimi anni e che ovviamente ha portato ad una serie di problematiche visibili anche nel nostro territorio (l’aumento di temperatura è senza precedenti, come riscontrato anche in tutto il mondo). Il lago di Varese ad esempio a causa dell’aumento delle temperature ha peggiorato la sua già precaria situazione di ossigenazione delle acque. Tale processo approfitta del fenomeno del raffreddamento dell’acqua durante la notte per il ricircolo della stessa, che ora è reso più difficoltoso portando i pesci a dover vivere in superficie per respirare e le alghe a proliferare incontrastate sul fondale marino, peggiorando ancora di più la situazione di ossigenazione delle acque.

Il fenomeno dell’aumento di temperatura però, incide anche su altri ambienti. Un esempio è la diminuzione delle superfici dei ghiacciai, argomento che abbiamo approfondito soprattutto durante la route estiva. Abbiamo deciso infatti di andare a visitare il Ghiacciaio del Sabbione in Val Formazza, e abbiamo potuto confrontare, grazie anche a foto dei volontari del posto, come la conformazione del ghiacciaio è mutata durante gli anni e come la dimensione sia diminuita sostanzialmente.

Consigli pratici

Grazie ai numerosi incontri e all’opportunità di vedere con i nostri occhi il cambiamento climatico in corso, abbiamo deciso di stilare dei piccoli consigli pratici da adottare nella nostra vita di tutti i giorni per migliorare la nostra impronta ambientale:

– Scola l’olio delle lattine di tonno in una bottiglia e portalo in discarica
– Quando fai la lavatrice utilizza sacchetti che limitano la diffusione delle microplastiche nell’acqua.
– Fai scelte consapevoli al supermercato supportando aziende con politiche green
– Usa borracce al posto di bottiglie di plastica, se devi usarle riciclale almeno schiacciandole per il lungo per permetterne il riciclaggio nel modo corretto
– Compra frutta e verdura sfusa e utilizza sacchetti di tela alla cassa
– Muoviti senza inquinare, utilizza preferibilmente mezzi pubblici, biciclette o spostati a piedi
– Se utilizzi una macchina assicurati che sia in buone condizioni ed esegui la manutenzione per inquinare il meno possibile
– Non limitarti alla tua visione delle cose, informati sulle iniziative ambientali intorno a te

Valentina - Clan Varese3/8